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Rivisitare la vera sala macchine

Luca Lehner
Lukas Lehner
Scrittore freelance.
ORA / Appena 50 anni dopo la pubblicazione dell'Anti-Edipo di Gilles Deleuze e Félix Guattari, l'opera non ha perso la sua attualità, secondo il nuovo numero tematico della rivista norvegese AGORA. L’Anti-Edipo si è piuttosto rivelato uno strumento concettuale profetico e altamente applicabile per l’esame del capitalismo finanziario e dell’informazione contemporaneo. In questo saggio si fa riferimento anche all'affermazione del libro secondo cui non esiste economia o politica che non sia permeata al massimo grado dal desiderio. E che dire del fascista in cui qualcuno è portato a desiderare la propria oppressione come se significasse salvezza?




(QUESTO ARTICOLO È TRADOTTO DA Google dal norvegese)

Di Gilles Deleuze e Félix Guattaris L'Anti-Œdipe (in norvegese Anti-Edipo) – sottotitolato "Capitalism and Schizophrenia" – fu pubblicato nel 1972 e conteneva il frontespizio di un dipinto di Richard Lindner, "Boy with Machine". L'immagine mostra un bambino un po' paffuto che tiene tra le sue dita paffute una piccola macchina fatta in casa, quasi un giocattolo. Ma dietro di lui pompa e ronza un'altra macchina più grande, alla quale è collegata la piccola macchina giocattolo. La piccola macchina, che il ragazzo presenta con orgoglio, non è solo un giocattolo, ma è in costante scambio meccanico con la grande macchina che occupa l'intera superficie dell'immagine dietro di lui.

Richard Lindner, 'Ragazzo con la macchina

A cui la rivista Agora dedica ora il primo numero dell'anno Anti-Edipo, è dovuto non solo al cinquantesimo anniversario del libro nel 50, ma anche al fatto che, alla luce dell'odierno status quo politico e del capitalismo dell'informazione, l'opera non ha perso nulla della sua attualità. Nella nostra prospettiva contemporanea appare Anti-Edipo quasi spaventosamente profetico: la teoria delle "macchine del desiderio" si è materializzata, nel senso letterale, e si è fatta strada nelle tasche dei pantaloni di tutti, illuminando i volti nella metropolitana nelle ore di punta mattutine o lasciando che le dita avide corrano selvaggiamente sulle superfici lisce dello schermo. Gli smartphone che oggi affascinano tutti, dai bambini più piccoli ai pensionati più anziani, non fanno altro che confermare ulteriormente che il desiderio è “macchina”, e che forze di mercato e desiderio si intrecciano, davvero due facce della stessa medaglia. Come scrive Matias Faldbakken The Hills (2017): "Ai centimetri quadrati che compongono lo schermo è stata data, in un certo senso, una funzione simile a quella della banconota: un perfetto traduttore di tutte le cose (...). La banconota e lo schermo sono correlati. Lo schermo è la finestra della banconota. Lo schermo è la finestra del negoziante."

Tutto è "macchina"

Nel notoriamente difficile – ma allo stesso tempo anche qualcosa di tanto raro quanto immensamente divertente – lavoro filosofico Anti-Edipo cioè, viene avanzata una critica polemica alla psicoanalisi freudiana doxatendenze affermative, che attraverso il triangolo edipico chiudono il desiderio all'interno delle condizioni potenzialmente claustrofobiche del nucleo familiare. Allo stesso tempo, viene promossa una generale "ontologia della macchina" guidata dal desiderio positivo: piuttosto che considerare il desiderio come una mancanza che raggiunge un oggetto irraggiungibile, Deleuze e Guattari comprendono il desiderio come una dimensione intrinseca, reale-ontologica, che a tutti i livelli dell'essere si sforza di stabilire connessioni con altre "macchine" o dispositivi: emerge così una complessa rete di vettori di produzione e consumo, con contrazioni che interrompono e incanalano una moltitudine di flussi – come il flusso del latte, del cibo, dello sperma, delle feci e desiderio liquido. Tutto è "macchina": dal bambino che succhia la tettarella della madre e diventa quindi parte del dispositivo di una macchina che allatta al seno, all'amorevole impilamento di carte del burocrate nell'apparato burocratico. Dal punto di vista di Deleuze e Guattari tutto è meccanico, tutto è una serie di correnti e interruzioni, dove ogni anello si inserisce con il desiderio nel senso più ampio.

La critica alla psicoanalisi

La critica alla psicoanalisi viene avanzata principalmente sulla base della sua teoria del desiderio, che considera il desiderio fondamentalmente difettoso: nel triangolo edipico madre-padre-figlio di Freud appare il complesso di Edipo – avere la madre come oggetto proibito del desiderio – che poi codifica la futura sessualità adulta dell'individuo, solo in conseguenza del desiderio del bambino, inteso come crescente fame di realtà per creare nuovi legami e connessioni con il mondo esterno, non viene lasciata fluire liberamente, ma anzi viene regolata e codificata per doversi muovere all’interno della circonferenza ristretta e limitata del nucleo familiare.

Il nucleo familiare è agente di trasferimento delle norme dello Stato e della legge.

Ciò ha conseguenze politiche: la famiglia nucleare, così come si è cristallizzata oltre il XIX secolo, è, per Deleuze e Guattari, un agente di trasferimento delle norme dello Stato e della legge, che codifica i suoi figli tanto quanto lo Stato codifica i suoi cittadini. La questione implicitamente politica che Deleuze e Guattari sollevano per estensione di Spinoza, e in vista delle tendenze cripto-fasciste, è: "Perché qualcuno desidera la propria oppressione come se fosse la propria salvezza?"

In estensione della critica del libro alle tendenze nevrotiche e confinate della psicoanalisi, Freud e Marx vengono giustapposti: l'economia del desiderio e l'economia politica non sono sfere separate, ma fanno parte di una stessa economia, che insieme costituiscono, come Deleuze e Guattari chiamiamola, una produzione sociale della cosa reale. In altre parole, non abbiamo a che fare da un lato con il nucleo familiare come unità chiusa, e dall’altro con lo Stato e la società.

Così come non mantengono la distinzione di Marx tra rapporti di produzione reali caratterizzati dal flusso di capitale (“base”) e consumo fantasmagorico caratterizzato dal flusso di desiderio (“sovrastruttura”) nettamente e nettamente separati l’uno dall’altro – piuttosto queste due sfere si intrecciano fino al livello più alto. laurea nella stessa economia. Non c'è economia, non c'è politica che non sia sommamente intrisa di desiderio, così come non c'è desiderio 'privato' e sentito che non sia estremamente politico – nel senso che le codificazioni a cui è sottoposto, le regolamenti e norme, non ha origine nel nucleo familiare e nei suoi stretti familiari, ma piuttosto nella produzione sociale politica e capitalistica della realtà che il nucleo familiare trasmette solo ai suoi discendenti.

Agente della Resistenza Anarchica

Come ostacolo al confinamento nevrotico della psicoanalisi promuove Anti-Edipo precisamente una figura teorica dello schizofrenico come agente rivoluzionario e anarchico di resistenza, che ovviamente non deve essere confusa con la schizofrenia come condizione patologica, anche se la teoria ha le sue origini in essa: lo schizofrenico e i suoi desideri non possono essere confinati o all’interno di strutture fisse e nevrotiche o nelle condizioni borghesi della famiglia nucleare o dell’apparato statale, ma rompe tutti i confini – della soggettività, della famiglia nucleare, dello Stato nazionale o di un pensiero rappresentazionale doxa di un mondo di “oggetti” chiaramente definiti e identici a se stessi.

Piuttosto, lo schizofrenico si sforza di creare quante più connessioni possibili con il maggior numero possibile di dispositivi meccanici. In questo senso, lo schizofrenico segue la logica dello sradicamento (“rizomatico”) e “deterritorializzante” del capitalismo, ma allo stesso tempo lo sfida e lo spinge al limite: il capitalismo, nella sua flessibilità chimerica e reificante, segue una doppia logica, da un lato trasformare tutto in capitale, dall'altro mantenere alcuni apparati di controllo come lo Stato e il nucleo familiare, che nel 'riterritorializzare', cioè limitare, il movimento mantiene un arsenale di codifiche disciplinari e normative .

Con questo numero sull'Anti-Edipo, Agora festeggia anche il suo 40° anniversario, in cui 25 persone hanno fatto parte della redazione dal 1983 ad oggi. In questi anni sono stati pubblicati complessivamente 105 libretti di Agora, per un totale di ca. 30 pagine. Dal 000 l'editore è H. Aschehoug & Co.

Tre testi in Agorà

Nella sezione tematica di Agora ci sono tre testi in particolare, che a modo loro mostrano e sottolineano il modo in cui l'opera non ha perso nulla della sua attualità – anzi offre ancora teorie e concetti particolarmente applicabili per l'esame del centro contemporaneo fenomeni e sfide, rispettivamente il populismo di destra, il capitalismo finanziario e ciò che, sotto il termine generale “teoria della macchina”, può essere riassunto come una critica alla tecnologia e all’ideologia.

Reazioni difensive fasciste

Il primo testo della sezione tematica è di Frida Beckmann, che utilizza Anti-Edipo come una "cassetta degli attrezzi" per comprendere "tendenze e identità paranoiche, nazionaliste e neofasciste dopo la fine del millennio"

Già menzionato Michel Foucault Anti-Edipo come manuale di istruzioni per la "vita non fascista". Partendo dalle dicotomie rappresentate dall'opera, tra capitalismo e schizofrenia da un lato e fascismo e paranoia dall'altro, e partendo da un neoliberismo che ha colpito virulentamente negli anni '1980 e '1990, Beckmann identifica la maggioranza di ciò che lei chiama l'attuale "paranoide" ' identità.

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