Eugenio Richards: La corsa del tempo
Centro Internazionale di Fotografia,
New York. Fino al 20 gennaio.
Il pluripremiato fotografo Eugene Richards siede qui, 74 anni, davanti al pubblico, parlando delle immagini della mostra retrospettiva di questo inverno a Centro Internazionale di Fotografia (ICP) a New York (vedi anche registrazione video). Sembra sano e caloroso, ma ci dice che ha un carattere irascibile.
Nei molti testi che sono stati scritti su di lui, si può leggere che tutto è iniziato con il fatto che una volta era stato convocato in Vietnam, ma ha inviato la convocazione tagliata. In attesa della reazione, ha frequentato un anno di studio in fotografia con Minor White al Massachusetts Institute of Technology (MIT).

Questo era il periodo degli omicidi di Martin Luther King e Robert Kennedy, ma cosa ha spinto quest'uomo a dedicare 50 anni della sua vita alla fotografia documentaristica? Ha forse nel cuore questo vecchio nodo che vuole sciogliere – dove i paradossi, le differenze ei destini della vita suscitano curiosità esistenziale e voglia di documentare? Una spinta a mettere in discussione ciò che percepiamo come ingiustizia, abuso di potere e degrado umano? Così si documenta quanto possa andare male per una società, e qui, nella relativa mostra, soprattutto quella americana. Ma se vuoi aprire il tuo cuore, devi anche avere una spinta verso la bellezza – o un lontano ideale di una comunità più amichevole per tutti.
Forse è nella zona grigia, questa fotografia...
Men å fotografere kan også, som for Richards, dreie seg om å formidle personlige . . .
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