Teatro della crudeltà

Crescente apatia e ottusità della realtà

Società palliativa
Forfatter: Byung-Chul Han
Forlag: Matthes & Seitz Berlin (Tyskland)
CRITICA DELLA MODERNITÀ / L'imperativo neoliberista della "disposizione alla felicità" sulla felicità considera il dolore un fallimento, una debolezza. Il dolore è diventato muto, e di conseguenza muto e privo di significato. Ma la conseguenza è che il paradigma della libertà neoliberista si sta disintegrando?

Quel dolore non è qualcosa che dovrebbe solo essere minimizzato il più rapidamente possibile, ma piuttosto può anche offrire un potenziale nascosto, è anche il punto di partenza nel nuovo libro del filosofo tedesco-sudcoreano Byung-Chul Han Società palliativa ("Società palliativa"). Il libro può essere considerato un sequel del suo bestseller Mudigkeitsgesellschaft ("Treththetssamfunnet", 2010), che critica diagnosticamente contemporanea i cambiamenti paradigmatici nell'ascesa della società consumistica neoliberista – dove una psicologia "negativa" precedentemente collettiva con l'obiettivo di compensare abusi e carenze esterne è stata sostituita da una più individuale, " psicologia positiva", con un'enfasi sull'ottimismo e sull'auto-ottimizzazione – e con sindromi da esaurimento e ADHD come conseguenze sociopatologiche.

Nel suo nuovo libro, Han amplia l'esame del dolore negativo escluso esaminando le tendenze contemporanee per evitarlo, reprimerlo o medicarlo in tutte le sue forme, personali e politiche. Nella società del successo, il dolore è diventato qualcosa di indesiderato e inquietante. Allo stesso tempo, nelle sue varie sfumature, è una parte inevitabile della vita di cui apparentemente non ci si può sbarazzare. "Il dolore non scompare", scrive, "cambia solo aspetto".

Accanto alle conseguenze biopolitiche del virus, anche il digitale, sotto forma di app per la prevenzione delle infezioni, si trasformerà ulteriormente in sorveglianza totale.

Laddove prima il dolore era uno strumento per disciplinare soggetti o persone docili e produttive, nel nostro tempo è stato – secondo Han – privatizzato, per così dire. L'imperativo neoliberista della "disposizione alla felicità" sulla felicità considera il dolore come un fallimento, una debolezza che deve essere acquisita. . .

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Luca Lehner
Lukas Lehner
Scrittore freelance.

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