Abbonamento 790/anno o 190/trimestre

Solidarietà e resilienza

RESILIENZA / Il fotografo Eduardo Moreno – che ci ha permesso di utilizzare diverse foto in questa appendice – si chiede se sia possibile ripensare. Ci chiede di imparare a costruire nuove mappe di vicinanza, densità e coesione.




(QUESTO ARTICOLO È TRADOTTO DA Google dal norvegese)

Le disuguaglianze aumentano e l’accesso al potere, alle risorse e alle opportunità diventa sempre più limitato per molte persone. Allo stesso tempo, l’ingiustizia diventa più evidente attraverso le crisi globali come il cambiamento climatico e il Covid-19 pandemiauno. È possibile, con una distribuzione equa, cambiamenti trasformativi ed empatia sufficiente, costruire società più inclusive?

Otto città su dieci nel mondo sono diventate più diversificate rispetto a trent’anni fa.

Nonostante la ricchezza e le opportunità globali senza precedenti, otto su dieci lo hanno fatto ciao nel mondo sono diventati più diversificati rispetto a 30 anni fa. Anche le società più eque sperimentano una crescita asimmetrica e ingiusta. Ciò significa che circa 3,5 miliardi di residenti urbani vivono oggi in luoghi in cui l’accesso all’energia, alle risorse, alle opportunità e al reddito è sempre più limitato. Lasciami commentare:

Differenza

Le relazioni nel mondo stanno diventando sempre più diverse e squilibrate. Differenza non è un'immagine congelata in un dato momento. È un film triste e commovente in cui le nuove opportunità, come le innovazioni e l'uso delle nuove tecnologie, sono dominate da un gruppo a scapito della maggioranza. Non si tratta solo di un accesso differenziato ai benefici, ma di una mancanza di intenzione e capacità di distribuzione.

Ingiustizia

Non è solo un concetto teorico, ma ha plasmato una realtà dai volti sofferenti. Crisi globali molteplici, simultanee e interconnesse – il cambiamento climatico, la pandemia di Covid-19, i conflitti, l’energia, il cibo e il costo della vita – hanno esacerbato le disuguaglianze esistenti e mettono in luce un mondo segnato dall’ingiustizia. Questa non è solo una parola o una teoria, ma una pratica e un comportamento profondamente radicati che creano muri invece di ponti, barriere invece di legami, varie forme di separazione che riproducono per alcuni una persistente geografia di sofferenza. Ci ricorda che "non siamo tutti né sulla stessa barca né nella stessa tempesta". Covid-19 è stata, ad esempio, una radiografia di quanto sia ingiusta e divisa la nostra società. In molti paesi, il numero dei morti all’interno delle minoranze etniche è molte volte superiore a quello del resto della società. In alcuni paesi avevano classe operaiamigranti fino al 90% di tutte le infezioni. Mentre gli analfabeti e i poveri urbani morivano a causa della pandemia, i miliardari diventavano sempre più ricchi. La disuguaglianza di reddito è stata un forte fattore determinante per la morte.

Edoardo Moreno

Solidarietà

Il Covid-19 ci ha mostrato un divario evidente. La pandemia è una realtà che non solo ci espone, ma rivela anche infinite possibilità di cambiamento. Nel pieno della pandemia abbiamo visto che i confini si sono ampliati, ma anche le forme di isolamento si sono ripresentate.
prodotti negli individui, nelle città e nei paesi. Il contratto sociale di Rousseau vacillò e tra le persone sorsero odio e xenofobia.

La nuova normalità ci ricorda che non siamo isole isolate, ma relazioni, ponti e ormeggi. Come scriveva il poeta persiano Rumi, si tratta di un appello a comprendere l'importanza di imparare a vivere nella “confluenza del mare e del mondo”, nella necessità di ricostruire un 'sé esteriore'. Relazionarsi con la realtà degli altri senza giudicarla.

Il Covid-19 è stata in gran parte una crisi legata al luogo. Dobbiamo imparare a costruire nuove mappe di vicinanza, densità e coesione, e con esse una nuova pedagogia per il sociale.

Le strade, i parchi, gli spazi comuni e gli spazi pubblici devono poter nuovamente esporci allo spazio altrui, al pubblico, all'ecologia e alla sostenibilitàquartiere ige. Una visione rinnovata dove possa fiorire il senso di identità, appartenenza e coesione sociale.

Resilienza

La resilienza è una strategia per mantenere lo status quo. La resilienza è un grido a resistere, assorbire, adattarsi e trasformare. Un invito a ricostruire – meglio. Si tratta di una strategia per ridurre il rischio per le persone più vulnerabili e per i luoghi in cui vivono, in modo che possano resistere a futuri disastri e shock. Non è necessariamente un grido di cambiamento.

Il contratto sociale di Rousseau vacillò e tra le persone sorsero odio e xenofobia.

Le città future con società più giuste devono averne una resistenzaabilità che possono promuovere la persistenza, più come misura palliativa – forse più che come un cambiamento reale che affronti la disuguaglianza strutturale e una società ingiusta. Piuttosto, un percorso di sviluppo con una giustizia che divide e un cambiamento che trasforma, elementi centrali per uno sviluppo reale.

Ne serve uno nuovo contratto sociale insieme a Empatiauno che espande il nostro mondo e delinea spazi fisici e sociali in cui possono fiorire relazioni interpersonali, istituzioni forti e una politica che promuove una nuova solidarietà. Una nuova idea di resilienza.

Vedi anche alcune foto sul principale quotidiano MODERN TIMES.

Moreno è l'ex direttore della ricerca e dell'innovazione nel programma di insediamenti delle Nazioni Unite.
Ci ha messo a disposizione alcune delle sue foto pluripremiate.

Edoardo Moreno
Eduardo Moreno
Moreno è l'ex direttore della ricerca e dell'innovazione nel programma di insediamenti delle Nazioni Unite. Oggi è un fotografo di fama mondiale.

Articoli Correlati