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Un addio alla democrazia

Democrazia
Forfatter: Mikkel Bolt, Dominique Routhier
Forlag: Antipyrine (Danmark)
LIBERTÀ? / Il voto è un atto individuale isolato che non mette in alcun modo in discussione il potere dello Stato, ma anzi lo conferma?




(QUESTO ARTICOLO È TRADOTTO DA Google dal norvegese)

Tutti sembrano essere in grado di concordare immediatamente sulla "democrazia" come forma di governo. Allora perché rendere la democrazia oggetto di uno studio sistemico in un'antologia di libri?

La democrazia funziona come la commissione di uno sciocco.

Mikkel Bolt e Dominique Routhier, che iniziano la loro antologia con una piccola citazione di Pierre Desproges: «I bambini credono a Babbo Natale, gli adulti votano». Democraziafunziona come un trucco che mantiene noi cittadini nell’illusione della libertà di prendere parte e di essere parte di una società. La libertà di riunione, di parola e di stampa è una cosa. Ma solo raramente si discute del "dietro le quinte", vale a dire i diritti di proprietà privata e il mercato come “il grande arbitro”. Per questo – è la tesi principale della coppia di autori – va tenuto conto anche dell'ampio apparato di violenza psicologica: con la pubblicità, l'obsolescenza incorporata dei beni e gli appelli a concedere prestiti, a cui tutti sono soggetti quotidianamente ( si veda il saggio di Serge Latouche).

Marx, Lefort e Tronti

Con successivi contributi indipendenti di Karl Marx, Claudio Il forte e Mario Tronti Nella prefazione al lettore viene presentato «Un addio alla democrazia (realmente esistente)». In realtà, è stato solo dopo le guerre mondiali che i gruppi sociali inferiori sono diventati cittadini e sono stati inclusi come persone uguali nelle democrazie nazionali. E nelle guerre mondiali gli operai e i contadini si erano mostrati disposti a combattere per la patria.

William Morris e John Ruskin avrebbero potuto essere citati nel libro come esempi dei primi socialisti che volevano innanzitutto vivere – eticamente – in modo diverso. Ma più tardi la lotta per la democrazia divenne un movimento rivoluzionario, il cui obiettivo era "l'elevazione del proletariato a classe dominante". La democrazia divenne una rottura con il modo in cui era organizzata la società. È stato detto così proletariatobisognava lottare per la democrazia. Ma la lotta doveva essere resa permanente (Trotsky, Castoriadis), perché "senza una rottura radicale con i rapporti di proprietà ereditati e gli antagonismi di classe, non sarebbe mai stato possibile creare una vita caratterizzata da autonomia e libertà". Si sarebbe potuto fare qui un riferimento a Trotsky e Castoriadis.

Spazio politico limitato

La democrazia borghese in realtà comprende solo uno spazio politico molto limitato. Qui non sono in discussione né i meccanismi di mercato né il diritto di proprietà privata. Perché «il voto è un atto individuale isolato che non mette in alcun modo in discussione il potere dello Stato, ma al contrario lo conferma». Oggi la democrazia costituisce «l'orizzonte insondabile del pensiero politico».

La lotta di classe era morta: riformismo e democrazia si fondevano.

Dopo la seconda guerra mondiale molti lavoratori e agricoltori si trovarono in condizioni materiali notevolmente migliori. Il mondo doveva essere ricostruito e i “pranzi” potevano essere offerti alle persone di un’economia abbondante. "La colonizzazione della vita quotidiana" (Henri Lefebvre) rifletteva allo stesso tempo come il movimento operaio costituito canalizzasse, mediasse e deragliasse le richieste dei gruppi sociali vulnerabili per un mondo diverso. La lotta di classe era morta: riformismo e democrazia si fondevano. Con l'istituzione di benessereOggi sono scomparsi la società, la cultura operaia e i resti di una solidarietà internazionale.

La grande macchina sociale

Ora cosa deve chiedersi il lettore?

Come isolato consumatoree, i lavoratori e la classe media divennero facili vittime delle varie manipolazioni della borghesia. L’assenza di reali strategie politiche alternative ha generato un intero tsunami di problemi sociali e psicologici vissuti individualmente. Con l’ulteriore sviluppo della tecnologia, dei social media e ora dell’intelligenza artificiale e dei suoi algoritmi, «il sistema stesso» ha nelle sue mani uno strumento che mette in gioco strategie che sfidano e minacciano la democrazia rappresentativa. I vasti impianti infrastrutturali – necessari per il rapido sviluppo delle grandi città – vengono realizzati come “miglioramenti” isolati, come se fossero una necessità naturale. Sulla “via della democrazia” non si può avere molto aiuto. Così, mentre occorre svelare il vuoto nei processi democratici, è sempre più necessario che una nuova “avanguardia” mostri concretamente se e come “Un altro mondo è possibile”.

Forse noi come individui nella nostra vita di pensiero e di anima siamo già diventati parte pienamente integrata della “grande macchina sociale”?

 

Vedi anche menzione di Democrazia qui.

Niels Johan Juhl-Nielsen
Niels Johan Juhl-Nielsen
Juhl-Nielsen vive a Copenaghen.

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