Il fotolibro riempie un vuoto che la sala di visione digitale non può colmare, e quindi diventa ancora più importante per una generazione inondata di immagini.
La gente guarda verso l'obiettivo, eppure è come se preferisse cedere e ritirarsi nel cortile, nella campagna, nella famiglia, nell'ebbrezza, nella chiesa, nel sonno.
Nel mercato dell'arte, l'originalità e la distintività sono le principali capitali di un artista. Ma cosa succede quando un algoritmo può calcolare queste proprietà meglio dell'artista stesso?
L'installazione cinematografica Manifesto, che viene proiettata in questi giorni all'Hamburger Bahnhof di Berlino, affronta alcuni dei tanti paradossi legati al genere manifesto, sia nei suoi aspetti politici che artistici.