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Rinascita di un classico spagnolo "perduto".

Il disincanto (El desencanto)
Regissør: Jaime Chávarri
(Spania)

Un ritratto indiretto ma rivelatore della Spagna in un doloroso periodo di transizione.




(QUESTO ARTICOLO È TRADOTTO DA Google dal norvegese)

Per molti di coloro che hanno visitato il festival di Rotterdam quest'anno, la scoperta più fresca e vitale è stata un film di oltre quarant'anni. Per mentre Jaime Chávarris Il disincanto (Il Desencanto, 1976) è leggendario tra gli amanti del cinema spagnolo, per qualche misteriosa ragione non ha mai guadagnato molta fama internazionale. Questo potrebbe cambiare, in seguito alla calorosa accoglienza del pubblico durante la proiezione del film – tramite uno spettrale 35mm monocromatico – nell'eclettico programma collaterale "History of Shadows", a cura di Gerwin Tamsma, che ha esaminato il modo in cui il film tratta il passato.

I Il disincanto le penetranti esperienze personali di una famiglia piuttosto insolita sono usate come prisma per esplorare – in modo ingannevolmente modesto – un'ampia gamma di condizioni psicologiche e politiche. Nel corso di due anni, Chávarri ha intervistato la sessantenne Felicidad Blanc, la vedova del rispettatissimo poeta Leopoldo Panero (1909–1962), ei suoi tre figli adulti dentro e intorno alla casa del loro ricco uomo di buon gusto.

La famiglia è ovviamente composta da persone molto sofisticate e colte, con nevrosi altrettanto evidenti. Le loro nevrosi multiformi e intrecciate vengono alla ribalta nella maniera più accattivante mentre, individualmente o insieme, ricordano candidamente la carriera, le eccentricità e la natura altezzosa di Panero senior. A dodici anni dalla sua morte, è chiaro che The Great Man (non solo uno franchista, ma anche amico personale dello stesso Franco) getta ancora lunghe ombre sui suoi. Il film esplora e mette in mostra in modo sottile le nette differenze tra il volto privato e quello pubblico di Panero, mentre una statua in suo onore viene svelata con grande sfarzo e sfarzo nella sua città natale di provincia.

Il film di Chávarri è anche un ritratto indiretto, ma rivelatore, della Spagna in un periodo di dolorosa transizione dalla repressione dell'era franchista – che i ragazzi del Panero affrontarono a modo loro – agli incerti primi anni della democrazia. Il disincanto è un'opera fondamentalmente malinconica, intrisa di una dose di umorismo stanco, e ora sembra trovare il suo posto tra i punti di riferimento del film documentario europeo del dopoguerra. Che ciò accada, circa quattro anni dopo la morte dell’ultimo dei fratelli Panero, è un’ironia che la famiglia stessa senza dubbio avrebbe intuito.

Neil Young
Neil Young
Young è un critico cinematografico regolare per la Modern Times Review.

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