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PIER PAOLO PASOLINI: Un lungo piano-sequenza: film e realtà

PASOLINI / 100 anni: In occasione dell'anniversario della nascita di Pier Paolo Pasolini (5 marzo 1922), MODERN TIMES ha scelto di stampare un saggio sul tema tra il potere e gli oppressi, come in tutta la sua grande produzione cinematografica.




(QUESTO ARTICOLO È TRADOTTO DA Google dal norvegese)

I film di Pasolini possono essere interpretati come lunghi sequenza del piano, una "sequenza continua" con lo sguardo della telecamera sulla realtà. Non importa quanto allegorici o realistici i suoi film, si trattava di uno sguardo analitico lungo e continuo Italiala storia degli anni '1950 e '1970. Forse tutta la vita di Pasolini è una sola sequenza del piano, dalla sua nascita il 5 marzo 1922 fino alla notte del 2 novembre 1975, la notte dell'ancora irrisolta assassinio Pasolini, l'assassinio di Pasolini.

La mattina dopo Pier Paolo Pasolini morte, tutti i giornali italiani pubblicarono una foto del cadavere martoriato, con l'annuncio che lo scandaloso poeta era stato trovato assassinato a Ostia. È stato assassinato in strane circostanze, dopo un incontro sessuale con uno di loro ragazzi di vita (prostitute di strada) presenti nei suoi romanzi e film.

Nello stesso ambiente sociale, Pasolini esordì come regista cinematografico, nel 1961, dopo un periodo di esperienza come sceneggiatore, dove lavorò anche con Fellini. A quel tempo era già un famoso poeta – scriveva in italiano e nel suo dialetto -, scrittore sensibile e saggista vivace e acuto.

Ma è con il film che Pasolini riesce finalmente a trovare un linguaggio per analizzare la realtà, per trovare la strada per entrare nel cuore della realtà. Fin dall'inizio Pasolini cercò un linguaggio cinematografico nuovo e più concreto piuttosto che un linguaggio verbale o letterario.

Dalla registrazione di Ragazzi Di Vita

La trasformazione del popolo in masse

Nei due romanzi su Romaperiferia (Ragazzi di vita, 1955 e Una vita violenta, 1959) descrisse la vita giovanile della periferia. Poi sono seguiti i primi due film Accattone (1961) e Mamma Roma (1962, con Anna Magnani nel ruolo del titolo). Qui i personaggi del romanzo sono diventati più legati alla realtà attuale, sono diventati di nuovo umani. Quello di Roma periferia (“borgate romane”), con i suoi problemi sociali e le sue lingue, venne al centro – in opposizione al decentramento e all'emarginazione dell'epoca.

Pasolini ha teorizzato e discusso le sue scelte di filmare la vita come un percorso di ricerca per analizzare la società – e svelare le contraddizioni nella società dei consumi. Secondo Pasolini il nemico più pericoloso omogeneizzazione, che chiamiamo oggi globalizzazione – un'arma del capitalismo utilizzata per dominare e controllare le persone.

Teorema

Pasolini racconta l'Italia nel periodo che va dal fascismo agli anni '70, un periodo caratterizzato da profondi cambiamenti economici e sociali. Era un'epoca in cui il capitalismo provocava la trasformazione del popolo in masse – dalla solidarietà genuina alla massificazione corrotta, e ciò in nome della democrazia, secondo Pasolini. Questo processo, che coinvolge l’intero mondo occidentale, è un genocidio antropologico secondo quanto scriveva Pasolini nel 1974. La sua più grande delusione fu la scomparsa della cultura tradizionale italiana in società dei consumi. I personaggi Accattone e Mamma Roma, due appartenenti al ceto più basso, sono entrambi vittime del cosiddetto boom economico degli anni '50 e '60.

Mamma Roma

Accattone è un giovane che vive di ciò che gli capita di trovare ogni giorno (accattare è romanesco trovare e pregare), e il suo corpo divenne il simbolo di un'eterotopia socio-antropologica (un luogo diverso). Mamma Roma è una signora che vorrebbe cambiare vita per sé e soprattutto per suo figlio Ettore, ma è stata costretta a prostituirsi. Ettore è il ragazzo di 15 anni che ha vissuto tutta la vita protetto in un villaggio, ignaro di molte cose. Entrambi diventano vittime. Mentre Ettore muore come un povero Cristo in croce, Mamma Roma è pietrificata dal dolore atroce e dall'ira contro Dio. Il corpo è inesorabilmente vittima della storia – un’immagine cinematografica drammatica e bellissima. Qui, felici corpi erotici si trasformano in tristi pezzi di carne e beni di consumo – sull'altare del potere.

Pasolini è intransigente nel senso che smaschera e condanna la società dei consumi come totalitarismo, dominata dal conformismo borghese. La sua lotta è particolarmente importante nei film. Pasolini ha sperimentato narrazioni realistiche, e più tardi con la commedia, il film muto e il metafilm, come nel cortometraggio La Ricotta (1963). In questo film crea una struttura gerarchica tridimensionale piuttosto complessa, sulla società di massa e sui rapporti di potere tra diversi gruppi di subordinati. Stracci, ad esempio, è protagonista e vittima: soccombe e muore. Ma non senza prima far ridere tutti della sua miserabile vita: questo tragico, imbarazzante grottesco si svela attraverso la derisione del corpo di Stracci. Un corpo politico che si distrugge per compiacere il potere?

Teorema

Pasolini fa il proletario corpoun sacro, come simbolo religioso. È successo ad Accattone, Ettore e Stracci. Così anche con la presentazione del racconto evangelico in Il Vangelo di Matteo (1964) e il surrealismo e la narrativa medievale in Uccellacci e Uccellini (1966). Maria e Gesù rappresentano due poveri: i loro corpi diventano vittime del capitalismo.

Fare film poetici

In una fase successiva Pasolini comincia a svilupparne uno cinema di poesia (filmpoesi), med La terra vista dalla luna (1966) e Che cosa sono le nuvole? (1967), mentre lui con Edipo Re (1967) e Medea (1969, con Maria Callas nel ruolo della protagonista) incontrava la narrativa mitologica, come narrazione archetipica e analisi della realtà.

Medea

I due film successivi, Teorema (1968) e porcili (1969), sono film visionari, surrealisti, provocatori che si rifanno ai romanzi contemporanei, con un tocco di perversione e una forte critica all'alta borghesia. L'architettura raffigurata rappresenta uno spazio sociale moralistico, apparentemente perfetto, ma la sua struttura interna ne rivela immediatamente la malattia e la corruzione.

Teorema

I Teorema una figura misteriosa conosciuta solo come "l'ospite" ("il visitatore", interpretato da Terence Stamp) appare nella vita di una tipica famiglia borghese italiana. L'enigmatico ospite ha rapporti sessuali con tutti i presenti in casa.

In una scena di un film, l'ospite e il figlio Pietro guardano in un libro di quadri di Francis Bacon: la telecamera indugia con insistenza su alcuni quadri dell'artista irlandese. La scena si svolge nella camera di Pietro (essenziale e luminosa) e i due personaggi si siedono insieme sul letto. Le opere selezionate sono proiezioni mentali di Pietro, ma mostrate dall'ospite: corpi mostruosi lacerati colti nel momento, in contrasto visivo con i corpi nudi e bianchi dei due giovani – ma anche della madre (Silvana Mangano) e del padre. Queste scene allegoriche degli incontri sessuali sono filmate piene di luce, sfocando i contorni delle figure e fondendo i corpi con lo sfondo. In questo modo si nasconde qui una decostruzione più profonda del corpo dell’individualità borghese, le cui principali vittime sono i giovani (vedi anche sotto).

Nel film porcili alla realtà borghese, rappresentata dall'istituto della famiglia e dalle linee architettoniche e geometriche della villa, si contrappongono corpi infelici, precari, grotteschi e instabili. Lo spazio sociale capitalista opprime il protagonista Julian.

E con Trilogia della sua vita (Trilogia della vita) Pasolini elabora la fonte originale della prosa del nostro modo contemporaneo di raccontare: Il Decamerone (1971), basato su Boccaccio Decameroni, Nei racconti di Canterbury (1972), ispirato a quello di Chaucer I racconti di Canterburye Il fiore delle Mille e una notte (1974), che ci porta in Oriente con una selezione di racconti della raccolta Mille e una notte.

Trilogia della vita trittico

Biopolitica e sessualità

La fine degli anni '60 e '70 sono anni di grandi conflitti tra generazioni e tra chi detiene il potere e gli oppressi. Quest'ultimo va a caccia di una posizione nello spazio sociale e di un potere economico, in collaborazione con i politici e le alte sfere religiose, che bramano di violenza e punizione.

La trasformazione dell’Italia da Paese agricolo a Paese industrializzato si accompagna a enormi contraddizioni nella distribuzione dei beni sociali e della ricchezza. La crescita della popolazione e del reddito in Italia, un miglioramento del tenore di vita e una maggiore consapevolezza sociale sono legati all'industrializzazione e alla modernizzazione. Ma dopo l’abbandono delle campagne è scoppiata una crisi socio-culturale. Pasolini tenta di mostrare come una larga fascia della popolazione sia esclusa da questo entusiasmante sviluppo sociale ed economico. I film dentro Trilogia della Vita segna però una svolta che apre l'ultimo capitolo della storia cinematografica di Pasolini:

Mentre i primi film di Pasolini miravano "alla rappresentazione del corpo e del suo simbolo culminante, il sesso", scrive Pasolini sul giornale Corriere della Sera nel giugno 1975: "Odio i corpi e i genitali. In altre parole, il corpo della nuova gioventù italiana […]. La 'realtà' del corpo innocente è stata violata, manipolata e manomessa dal potere del consumismo, tale violenza contro il corpo è diventata di fatto il fatto più macroscopico della nuova era umana."

Il corpo, tollerato nelle sue espressioni carnali, è ora ripetitivo e triste – e né rivoluzionario né gioioso.

Pasolini affronta il modo in cui il potere usa il sesso e sessualità. Il sesso come elemento rituale, prima espressione insieme di religiosità, piacere e ricompensa, è abusato del potere di sottomissione. Lo spazio per le rotture intime e giocose dei modelli sociali è perduto. La gioia non è più possibile: il corpo, che prima era tollerato nelle sue espressioni carnali, ora è ripetitivo e triste – e né rivoluzionario né gioioso.

Violenza contro i giovani

La realtà è legata al corpo sessuato come oggetto politico. L'ultimo film di Pasolini, Salò e le 120 giornate di Sodoma (1975), è una cruda rappresentazione di come il potere si appropria dei corpi innocenti dei giovani. Duno è stato lanciato dopo la sua morte. È un film violento, non solo per le scene orribili che descrive, ma anche per gli spunti drammaticamente significativi sulla realtà che offre.

I fascisti sono violenti. Con i riferimenti alle opere orrende e sgradevoli di de Sade, i fascisti rappresentano il nuovo potere consumistico. La violenza contro i giovani è parte del processo che porta alla loro disumanizzazione: il corpo è un oggetto da usare e consumare. Pasolini cinema di poesia sono indagini in cui analizza la realtà per ritrovare la realtà originaria liberata dalla sovrastruttura socio-economica del progresso. Il martirio dei giovani di Salò, racchiuso in uno spazio e in un linguaggio disparati, mostra lo spazio cinematografico come visione della realtà.

Lo sguardo di Pasolini è ancora attuale. Sebbene alcuni dei suoi film possano sembrare antiquati o incomprensibili per un pubblico più giovane, possono tuttavia provocare discussioni sul sistema sociale e sulle strade del futuro.

I film di Pasolini non sono solo una questione di immagini, ma anche una grammatica di primi piani e soggetti, nonché una sintassi complessamente modificata. La grammatica cinematografica di Pasolini, che segue le regole della poesia, dà forza ai film.


Gargiulo ha tenuto conferenze su Pasolini L'Istituto Italiano di Cultura a Oslo il 7 marzo. Guarda lo streaming su Facebook.

Tana 7.3. https://iicoslo.esteri.it/iic_oslo/nb/gli_eventi/calendario/2022/03/pier-paolo-pasolini-realism-space.html e 2.3. https://iicoslo.esteri.it/iic_oslo/nb/gli_eventi/calendario/2022/03/poeten-pier-paolo-pasolini.html

Marco Gargiulo
Marco Gargiulo
Professore di Linguistica, Lingua e Cultura Italiana all'Università di Bergen.

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