Abbonamento 790/anno o 190/trimestre

Israele chiede la guerra





(QUESTO ARTICOLO È TRADOTTO DA Google dal norvegese)

Dopo il 1993, siamo stati reticenti a mettere in discussione la volontà di pace di Israele. Dopo gli eventi dell'ultima settimana, tutti i dubbi sono svaniti.

Potrebbe essere stato ingenuo conservare un barlume di speranza che Israele voglia davvero la pace, che ci siano azioni suicide, la considerazione dell'opinione pubblica interna e i problemi di compiere i passi necessari ma difficili che sono stati il ​​problema del cambio di governo.

Le concessioni del 1993, tuttavia, dal punto di vista israeliano non erano insignificanti. Solo l'ammissione che ci sono palestinesi era profondamente radicata.

Da allora, Israele ha sistematicamente minato l'Accordo di Oslo del 1993, con le parole e con i fatti. Basti citare la sistematica annessione di terra palestinese, la costruzione di nuovi insediamenti e strade. Gli avvenimenti degli ultimi tempi sono tuttavia qualitativamente diversi, perché fanno la guerra senza che il governo subisca pressioni da parte dell'opinione pubblica.

Naturalmente la popolazione israeliana preme affinché gli attentati suicidi vengano vendicati. Le azioni del governo israeliano, che aumentano il livello del conflitto e mettono fuori gioco l'amministrazione Arafat, sono tuttavia controproducenti se si aspira alla pace e alla stabilità. Di per sé, lo sono da molto tempo, ma ciò che è diventato chiaro ora è quanto segue: il governo israeliano non vuole avere un partner negoziale, non vuole che né Arafat né altri palestinesi controllino i territori palestinesi, e quindi preferiscono nessuna pace o stabilità. Vogliono respingere i palestinesi con mezzi militari così tanto che Israele ripristini il controllo precedente al 1993.

Detto in altro modo: l’accordo di Oslo è morto stecchito. Perché il governo israeliano lo vuole morto. E quindi non fanno nulla per salvarlo, ma fanno piuttosto il possibile per schiacciare gli ultimi resti.

Questa è la strada che Israele stesso ha scelto. Ce ne rammarichiamo profondamente, perché le vittime potrebbero essere molte e grandi le sofferenze tra israeliani, palestinesi e altri che dovranno subire le conseguenze della guerra. Non vogliamo che nessuno di loro soffra.

Potrebbe piacerti anche