(QUESTO ARTICOLO È TRADOTTO DA Google dal norvegese)
[sudafrica] [Cultura] Amos Masondo è il sindaco di Johannesburg. Questa settimana ha segnato un cambio di nome definitivo e ufficiale: da Triomf a Sophiatown, insieme a politici locali, artisti e centinaia di ex residenti di Sophiatown. Nel suo intervento, parti del quale sono riprodotte sul sito web del Comune di Johannesburg, ha sottolineato l'importanza simbolica del quartiere.
- Il nome Sophiatown fa rivivere i ricordi di un quartiere vivace, creativo e multiculturale. Un luogo in cui artisti, scrittori e musicisti hanno potuto svilupparsi, contro ogni previsione. E dove bianchi, neri e meticci convivevano nella tolleranza.
Negli anni '1940 e '50, Sophiatown era una sorta di stato libero, dove persone di ogni estrazione razziale potevano cantare, ballare e bere birra locale nelle birrerie. Il giorno in cui il Partito nazionalista ha trasferito con la forza più di 65.000 residenti neri, si è detto che uno ha perso non solo un posto, ma un ideale.
- Per l'establishment bianco, Sophiatown divenne una minaccia. Il distretto ha espresso opposizione all'apartheid e al razzismo istituzionalizzato, dice Amos Masondo.
Il distretto era povero, con un alto tasso di gangster e condizioni di vita miserabili, ma con un'energia e una vitalità urbana che si sono scritte nella storia africana. Qui il movimento di resistenza nero ebbe i suoi primi incontri politici, guidati dal dottor Xuma, dall'arcivescovo Trevor Huddlestone e da Nelson Mandela. Miriam Makeba si è esibita qui per la prima volta, così come il trombettista di fama mondiale Hugh Masakela e Abdullah Ibrahim.
Le autorità di Johannesburg, guidate dal sindaco, vogliono ripristinare più di 800 nomi di strade e luoghi e ritengono che ciò sia particolarmente importante per la nuova generazione. L’Agenzia per l’ambiente, i trasporti e la pianificazione di Johannesburg ha stanziato più di due milioni di corone per il lavoro, che è in corso dal 2001.