Negare parti della storia è una parte ben nota dello stabilire un'identità nazionale. Il grado di negazione rivela il reale stato della democrazia e della tolleranza culturale nella società. Negli odierni Francia la guerra di liberazione algerina (1954-1962) è ancora uno dei buchi neri nell'auto-narrativa del paese. Con questo come sfondo, qualsiasi contributo per portare avanti l'argomento ha un valore intrinseco. Il festival del cinema Visione della bobina a Nyon – che ogni anno rafforza la sua posizione nel panorama dei festival internazionali – merita il merito di aver proiettato film che trattano proprio di questi buchi neri.
Il regista Dorothee Myriam Kellow cresciuto a Nancy, con un padre algerino (Malek) che non parlerebbe mai del passato. Malek diventa un rappresentante dei tanti che contribuiscono a cementare la linea ufficiale, il silenzio, anche quando si confrontano direttamente con la storia. . .
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