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Shireen Abu Akleh: "Ora è il momento delle tue lacrime" 





(QUESTO ARTICOLO È TRADOTTO DA Google dal norvegese)

Forse conosci Bob Dylan La morte solitaria di Hattie Carroll? Della cameriera nera che è stata uccisa dal figlio del ricco Zanzinger? Per ogni ingiustizia, tormento e insulto a cui è stata sottoposta, Dylan ripete "metti via il fazzoletto, non c'è niente di cui piangere". Solo quando l'assassino riceve una sentenza insignificante, quando anche le leggi prendono in giro la madre di 10 anni, Dylan diventa chiaro: "Ora è il momento delle tue lacrime".

Quando la giornalista palestinese Shireen Abu Akleh è stata uccisa l'11 maggio da un proiettile alla testa – tra l'elmetto antiproiettile con addosso PRESS e il giubbotto antiproiettile con addosso PRESS – potresti aver creduto alla dichiarazione successiva dell'esercito israeliano secondo cui "si potrebbe essere stato un terrorista palestinese a sparare" o che Shireen non avrebbe dovuto essere proprio lì, in quel momento, e che, a proposito, c'è libertà di stampa in Israele? E forse sei riuscito a sopprimere che Shireen era in piedi con la schiena contro un muro e non poteva essere stata uccisa da nessun altro che da tiratori scelti israeliani?

Forse non hai mai pianto per 75 anni di oppressione e derisione dei palestinesi – da Israele e dalla comunità internazionale? O sopra il muro in rovina che inquina la Palestina chilometro dopo chilometro? O quando Haaretz ha riferito il 20 maggio che la casa di Mahmoud Anjajari è stata demolita "per motivi di sicurezza" a seguito di una decisione della Corte Suprema, anche se la famiglia viveva lì da generazioni?

Ma poi si sente ad Al Jazeera il 19 maggio che l'esercito israeliano non indagherà sull'omicidio di Shireen, perché "la gente potrebbe diventare irrequieta". Allora capisci che i giornalisti non possono sentirsi al sicuro. E ti accorgi che Israele è diventato un paese senza legge.

Poi, come Dylan, arriverai alla conclusione che ora, ora è il momento di piangere: "Ora è il momento delle tue lacrime".

 

John Y Jones
John Y. Jones
Cand. philol, giornalista freelance associato a MODERN TIMES

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