Nel suo film precedente Sono Keller L'austriaco Ulrich Seidl ha lasciato che i suoi connazionali e le sue connazionali mostrassero le loro cantine e cosa gli piace fare in esse. L'idea sembrava perfetta per il regista, che attraverso i suoi documentari e lungometraggi è stato un appassionato cronista dei lati oscuri della popolazione austriaca, con una rara capacità di convincere gli attori a offrire lati di sé che molti avrebbero tenuto sotto controllo superficie.
Forse allora il concetto era anche un po' per perfetto, allora Sono Keller si è rivelato esattamente come si pensava dovesse essere un film di Seidl su questo argomento: in quadri stilizzati combinati con scene più osservative, gli austriaci prevalentemente in sovrappeso presentavano con orgoglio le loro stanze nel seminterrato e le attività ricreative associate, tra cui suonare musica con il corno, praticare sesso bdsm e raccolta di cimeli dei giorni del nazionalsocialismo. E per tutto il tempo i ricordi dei crimini di Josef Fritzl riposavano pesantemente e inespressi nelle varie stanze del seminterrato.
Esclusivo turismo venatorio. Uno di questi seminterrati è stato decorato con una varietà di animali imbalsamati, che potrebbero aver impostato il regista sulle tracce del suo prossimo film. Nel documentario Safari vale a dire, Seidl segue vari austriaci e tedeschi che cacciano in Namibia e Sud Africa, dove si avvicinano di soppiatto e sparano ad animali come gnu, facoceri, bufali, zebre e giraffe, che finiranno come decorazioni murali nelle rispettive case dei cacciatori. Tutto sembra svolgersi in modo ragionevolmente ordinato nei loro parchi, dove africani conosciuti localmente facilitano e mostrano come procedere, e dove questi europei, secondo le loro stesse parole, pagano molto di più (compresi i listini prezzi dettagliati per i vari animali che può sparare) rispetto ai normali turisti. E per sottolineare ulteriormente il turismo insito in questo, ogni caccia raffigurata termina con una fotografia solenne del cacciatore che ha sparato il colpo di abbattimento, in posa con la sua preda un tempo maestosa.
Le sequenze di osservazione della caccia sono combinate con interviste agli stessi cacciatori (oltre a una coppia sposata che gestisce uno dei parchi di caccia), che sono girate nel solito stile di Seidl: immagini statiche in cui il ritaglio cattura l'ambiente tanto quanto il soggetti da intervistare, qui caratterizzati da una vistosa selezione di farciti. . .
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