Abbonamento 790/anno o 190/trimestre

Abuso – non porno





(QUESTO ARTICOLO È TRADOTTO DA Google dal norvegese)

Il programma di documentari su NRK Brennpunkt martedì di questa settimana ha scioccato tutti, anche se le informazioni che sono emerse non dovrebbero sorprendere. In seguito, la maggior parte di coloro che dipendono dalla fiducia del pubblico gareggiano per condannare gli abusi e la pedopornografia, senza che vengano avanzate proposte concrete di misure. Colpisce al riguardo il fatto che a Save the Children sia stato precedentemente rifiutato di voler richiedere un certificato di polizia limitato alle persone che fanno domanda per posizioni nell'organizzazione e che possono entrare in contatto con bambini. Nel dibattito che è seguito al documentario, il segretario di Stato Jørn Holme al ministero della Giustizia si è aperto a modificare un rifiuto che era stato espresso di recente. Ci sembra piuttosto strano, ma speriamo comunque che le autorità si ribaltino.

Il fatto che le sanzioni siano così basse costituisce un problema significativo per quanto riguarda la pornografia infantile. Ciò porta tra l'altro a rendere inutile la richiesta di detenzione mentre l'indagine è in corso, perché la durata della detenzione potrebbe superare la pena definitiva. Per esperienza, una pena più elevata, magari con un minimo di pena, avrà poco effetto: i tribunali, in ogni caso, si baseranno sulle sentenze precedenti quando decideranno sulla condanna, e un minimo di pena potrebbe portare alcuni dei condannati oggi sarà libero.

Secondo noi lo è en motivo per cui la pornografia infantile è punita in modo così mite, proprio perché è considerata pornografia ed è disciplinata in questo senso dal codice penale. Tuttavia, la pornografia infantile non riguarda ciò che è indecente e ciò che è offensivo, ma l'abuso. Il fatto che le reti di pornografia infantile richiedano ai partecipanti di procurarsi autonomamente nuovo materiale per potervi accedere garantisce un flusso infinito di abusi. Partecipare attivamente alle reti e acquistare, scambiare o ottenere in altro modo materiale pedopornografico costituisce complicità in questi abusi.

Se vogliamo ottenere una condanna proporzionata alla gravità dell'abuso, le disposizioni sulla pornografia infantile dovrebbero essere rimosse dalla sezione pornografia e inserite nel codice penale come disposizione separata. Inoltre, va chiarito che la complicità nella produzione e diffusione di materiale pedopornografico – compresa la partecipazione a reti e, ad esempio, il download di materiale pedopornografico da Internet – deve essere punita come complicità nell'abuso. Pertanto, il possesso di materiale pedopornografico può essere punito in proporzione alla natura dell'abuso: come complicità nell'abuso sessuale, non come pornografia.

Potrebbe piacerti anche