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È davvero utile essere coinvolti in questioni di politica di pace?

Il governo di oggi non sostiene più la sensibilizzazione per la pace.

Stiamo andando bene in Norvegia, viviamo in una pace profonda ed è qualcosa che ognuno di noi dovrebbe godere con la coscienza pulita. Inoltre, abbiamo molti vantaggi. Abbiamo uno stato sociale generoso, libertà di espressione e diritti umani che le persone in molti altri paesi del mondo possono purtroppo cercare lontano. Allora, qual è lo scopo di spendere risorse in attività di informazione per la pace o impegnarsi in questioni di politica di pace?

La risposta è così banale che forse l'avrete già indovinata: lo status quo non è abbastanza buono! Non è abbastanza buono per il mondo nel suo insieme, né è all'altezza qui a casa. La pace è come il matrimonio, richiede un duro lavoro e, per mantenerla, bisogna dedicare impegno, amore e tempo.

La Peace League è la più antica organizzazione per la pace della Norvegia. Siamo stati fondati nel 1855 dal membro dello Storting Wollert Konow, e alcuni dei nostri primi membri sono stati Bjørnstjerne Bjørnson, Arne Garborg e Halvdan Koht. L'organizzazione ha quindi resistito sia alla guerra che alla pace. Siamo stati fuori una notte d'inverno prima, in un momento in cui i nostri più grandi problemi di lotta come il disarmo, l'antimilitarismo, il diritto internazionale, la forza contraria attraverso la non violenza, l'educazione alla pace e una cultura della pace non erano così ovvi come sono oggi.

La pace è come il matrimonio, richiede duro lavoro e, per mantenerla, occorre dedicare impegno, amore e tempo.

Ma questo significa che abbiamo meno per cui lottare oggi rispetto a ieri? Questo significa che dovremmo smettere di esercitare pressioni su coloro che detengono il potere per sostenere i diritti umani o promuovere l'importanza di investire nella sensibilizzazione per la pace? A tali domande, sentirai sempre un clamoroso "no!" dall'Associazione norvegese per la pace. Ci saremo sempre, nella buona come nella cattiva sorte. Le questioni di politica di pace non sono affatto superate. Basta guardare lo sviluppo tecnologico esponenziale. Non si tratta più della capacità di sviluppare robot assassini; quella tecnologia arriverà sicuramente, si tratta di essere in prima linea nello sviluppo e garantire che il diritto umanitario sia sempre, sempre, sempre salvaguardato.

La Norvegia ha bisogno di un movimento pacifista forte, che scelga di porre domande anche nei momenti favorevoli, che a volte si sacrifichi un po' troppo per la causa e che rifiuti di accettare lo status quo.

Il governo di oggi ci ha dato un messaggio chiaro: non sostiene più il lavoro di informazione per la pace. Ciò significa che dobbiamo lavorare più duramente che mai e pretendere di più dai nostri volontari rispetto a prima. Quindi la grande domanda diventa: possiamo contare su di te?

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