Produzione futura

Caos, territorio, arte. Deleuze e l'inquadramento della terra
Forfatter: Elizabeth Grosz
Forlag: Forlaget H//O//F (Norge)
ARTE E FILOSOFIA / La Terra nel suo insieme è stata rimodellata in territorio umano a spese di tutte le altre forme di vita. TEMPI MODERNI stampa qui un estratto dal libro Caos, territorio, art.




(QUESTO ARTICOLO È TRADOTTO DA Google dal norvegese)

Elizabeth Grosz mette in evidenza nel suo libro Caos, territorio, arte una prospettiva piena di speranza e orientata al futuro dal filosofo francese Gilles Deleuze: l'arte richiede "un popolo futuro e una terra futura". Questo è un tema che si ripete come ritornello nel capitolo sulla "geofilosofia" in Deleuze e Guattari Qu'est ce que la philosophie? ("Cos'è la filosofia?"). Una terra così nuova e persone così nuove devono nascere da nuove forme di convivenza, anticipate e forse anche prodotte dall'arte, da narrazioni e composizioni che intrecciano persone, animali e paesaggi.

Se questo sembra utopico, forse lo è soprattutto perché le connessioni dell'arte sembrano fragili e insignificanti, non è vero? misurato solo rispetto alle considerazioni convincenti della politica, ma ancor più misurato rispetto l’invasione della tecnologia sulla natura, la sua presa sulla Terra. Non avere l'"inquadratura di". Terra" nel nostro tempo diventa qualcosa di fatale? In un’epoca in cui la tecnologia – potremmo ben dire infrastrutture umane – occupa sempre più la Terra, diventa il nostro pianeta nel suo insieme rimodellato in territorio umano a scapito di tutte le altre forme di vita. IN un ulteriore collegamento è la forma di vita tecnica, come la descrisse Heidegger una "planetarizzazione della tecnologia", così lontano dal nostro controllo, come credeva che "solo un dio può salvarci". Per Heidegger l’inquadramento della Terra è primario una sfida della natura, dove essa viene dominata e messa a disposizione l'essere umano come “risorsa” (caratterizzata dal termine tedesco “Gestell”). Uno così il mondo non può più essere rifatto pensando, perché anche il pensiero è caratterizzato da la tecnica, di un impegno calcolatore con il mondo.

Regime di ordine soffocante

Se il mondo industrializzato è infestato da un caos distruttivo, questi non sono che effetti collaterali di un soffocante regime di ordine che crea caos in tutti i territori della natura che sono stati lentamente e ad arte creati. Nella misura in cui la salvezza sta in noi stessi, forse la si trova nell'arte; una forma superiore di poesia (poiesis) o tecnica (techne) diventa l'unica cosa che dà speranza per una trasformazione salvifica del mondo.

"Si pensa e si scrive per gli animali stessi."

Deleuze, che altrimenti menziona raramente Heidegger, gli dedicò molta attenzione in un primo ciclo di conferenze dal 1953 in poi "terra" come termine filosofico. Qui traccia un parallelo con quello della filosofia la ricerca di una fondazione e la costituzione di un territorio, che fosse centrale in Heidegger, "Il pensatore della terra". La formula che Deleuze ripete da Heidegger è che "la libertà è la ragione della ragione" – un'infondatezza, un'apertura che sola la rende tale possibile fondare qualcosa di nuovo. Questa intuizione rimane per Deleuze quando ritorna a Heidegger e al territorio nell'opera della vecchiaia Qu'est ce que la philosophie? – anche se sottolinea che Heidegger "ha scelto le persone sbagliate, il terreno sbagliato e sangue sbagliato”. L’apertura a cui l’arte deve tendere è una liberazione della natura, della del suolo, del territorio, attraverso un'apertura del “possibile”. Così artistico l’apertura non riguarda solo l’umano. Anche il pensiero è un movimento in qualcosa di diverso e sconosciuto: "si pensa e si scrive per gli animali stessi". Quella di Heidegger la frase che gli animali sono poveri nel mondo invita soprattutto ad una nel nostro tempo lettura letterale. Sono resi poveri perché privati ​​del loro mondo e la libertà di dargli forma.

La bellezza della natura

L'antropocentrismo, che in passato veniva spesso considerato un deplorevole errore e un pregiudizio voluto per la vita, oggi si manifesta in una forma più brutale: come sterminio e sottomissione. Alla luce dell’estinzione di massa delle specie provocata dall’uomo attraverso l’intervento naturale diretto e indiretto, l’antropocentrismo appare come una forma omicida di dominio, come lo era l’eurocentrismo durante l’era dell’imperialismo. Proprio come le potenze coloniali sapevano apprezzare le colorate culture dei popoli colonizzati, così a noi piace parlare con sentimento della bellezza della natura – ma questo raramente è sufficiente per proteggere il mondo degli animali dalla costante espansione degli esseri umani. Nell’era della sesta estinzione, la politica della natura – o biopolitica – riguarda i territori e le basi della vita.

Elisabetta Gross

Grosz sottolinea che arte e filosofia Il compito non è essere profetici e predire il futuro, ma presentare il futuro mettendo in gioco le possibilità latenti. Il futuro dell'arte è né a descrivere o rappresentare la natura, ma piuttosto qualcosa che nasce nell'incontro con esso.

Possiamo creare un’arte che costruisca relazioni con le altre specie, compito che anche l’arte contemporanea ha intrapreso negli ultimi decenni. Alcuni di questi progetti possono apparire come messe in scena teatrali, addirittura come convulse parodie, tentativi avventati e frustrati di riconquistare un rapporto più stretto e fruttuoso con la natura.

Possiamo creare un'arte che costruisce relazioni con altre specie.

L'arte può riguardano tanto la dissoluzione dei territori quanto la loro costituzione. L'inquadratura della Terra trova il suo corrispettivo in limiti, nello smantellamento dell'egemonia e del monotono, nell'apertura del terreno, la liberazione delle possibilità.

L'appello di Grosz per un futuro strepitoso i In questo contesto possiamo intendere la conclusione del libro come quella di Jakob von Uexküll chiamata la polifonia della natura: un coro dei popoli umani e non umani a cui appartiene questo futuro. Un'arte che ritrova le sue origini nel natura – nei rapporti dell'uomo con animali e piante – e una rinascita della la forma originaria dell’arte.


Tradotto da Anders Dunker

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