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Moda proibita

Vietare i discorsi politici e religiosi è un difficile atto di equilibrio.




(QUESTO ARTICOLO È TRADOTTO DA Google dal norvegese)

[23. Giugno 2006] Questa settimana, la Direzione norvegese dell'Istruzione ha aperto la porta ai comuni norvegesi per introdurre divieti sui veli facciali nelle scuole. Hijab, chador e abaya saranno ancora legali come la sciarpa che indossava tua nonna. Ma ora gli studenti che indossano niqab e burqa possono essere espulsi dalle aule. Questi hanno veli che coprono l'intero viso, spesso in modo che solo gli occhi siano esposti attraverso la stretta apertura. La Norvegia diventa così il terzo paese in Europa a introdurre un simile divieto. In linea di principio c’è poca differenza tra vietare e imporre. Ma in questo caso sono le considerazioni pratiche ad avere la massima priorità.

Ci sono più veli nella scuola di Oslo di prima. Il velo è una moda, ma anche una dichiarazione politica e religiosa. Il numero è aumentato proporzionalmente con l’attenzione alla religione.

L'hijab non dà fastidio a nessuno e dovrebbe essere protetto dalla libertà di religione. Nessuno dovrebbe essere punito per la propria fede. Ma a volte diritti diversi sono in conflitto tra loro. Anche il diritto all’istruzione dei bambini è un diritto umano. Per noi questo dimostra fino a che punto i veli siano un vero ostacolo all’apprendimento.

In una società multiculturale, è più importante che mai consentire alle persone di essere diverse. La comunicazione può avvenire in molti modi e, idealmente, la rimozione dei veli dovrebbe avvenire su base volontaria. Tuttavia non è difficile immaginare situazioni in cui gli insegnanti potrebbero voler vedere l'intero volto dell'alunno. Nell'insegnamento delle lingue in cui la pronuncia è difficile, vedere come lo studente muove le labbra e la lingua può essere fondamentale per fornire una buona guida. E quando il consiglio comunale ha deciso di sollevare la questione del divieto, è stato perché la Oslo Handelsgym non voleva approvare i certificati scolastici di due ragazze che indossavano il niqab sulle foto del passaporto. In questi casi si vede il valore del fatto che la scuola possa chiedere alle ragazze di togliere il velo dal viso.

Ora è possibile vietarlo e ad Oslo verrà attuato. Il leader del consiglio comunale Erling Lae definisce il divieto "buon senso". Ci auguriamo che le scuole facciano uno sforzo per utilizzare questo nuovo potere con cautela. Ora insegnanti e alunni devono avviare un dialogo sul motivo per cui alcuni di loro vogliono nascondere i propri volti. Allora gli insegnanti impareranno tanto quanto gli studenti.

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