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Libertà dalle scuole private





(QUESTO ARTICOLO È TRADOTTO DA Google dal norvegese)

Al partito di governo Høyre piace parlare calorosamente di libertà sia municipale che personale, ma il ministro dell'Istruzione Kristin Clemet ora rivela che le parole hanno poco valore. È nella proposta di una nuova legge sulla scuola indipendente che il governo afferma che "c'è molto da fare prima che una domanda di approvazione venga respinta in base alle conseguenze per il comune". Di fronte a Dagsavisen, Clemet approfondisce la sua posizione, e afferma brevemente che i comuni non dovrebbero poter dire no alle scuole private, anche quando l'istituzione di queste strappa le basi per le scuole pubbliche nelle piccole comunità locali.

La posizione di destra è presentata dal ministro dell'Istruzione come una tutela di “un diritto umano fondamentale: il diritto dei genitori di scegliere le opzioni educative per i propri figli”.

Se ciò fosse vero, sarebbe di per sé comprensibile che l’autogoverno comunale debba cedere. Nessuno vuole che i comuni possano violare i diritti umani. Ma la realtà in molte comunità norvegesi è che proprio questo diritto viene messo in discussione dalle scuole private. Il diritto di scelta delle opzioni educative deve includere anche il diritto di mandare i bambini ad una buona scuola pubblica. Se la scuola pubblica scompare a causa dell'istituzione delle scuole indipendenti, il diritto diventa illusorio.

E allora bisogna chiedersi se non sia un abuso più grave costringere i genitori a mandare i propri figli, ad esempio, in scuole private, fondamentaliste cristiane, che "costringerli" a frequentare la scuola pubblica.

Kristin Clemet non esclude del tutto la chiusura delle scuole private se la libertà di scelta dei genitori viene limitata in questo modo. Ma lei non va oltre dicendo che "le loro obiezioni [saranno] prese in considerazione". E non avrà quindi nulla a che fare con il fatto che sia il Comune, che è il più vicino a giudicare le esigenze del paese, a decidere sulle scuole private.

È del tutto incomprensibile e viola importanti principi dell'autogoverno locale. Se il comune non riesce ad avere un potere reale sull'offerta scolastica, le sue possibilità di rendere il comune una comunità inclusiva si riducono.

In questo caso si tratta della capacità dei Comuni di tutelare il benessere e la libertà di scelta dei propri cittadini. Ma il Partito conservatore non accetterà nulla di tutto ciò.

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