Nel libro Architettura della comunità – ribellione! la polvere viene spazzata via dall'eredità del più famoso teorico dell'architettura norvegese Christian Norberg-Schulz (1926-2000). La prefazione scritta dall'editore Gro Lauvland invoca una rivolta contro "una mentalità che caratterizza gran parte della produzione edilizia odierna, che rende le città e i luoghi di tutto il mondo sempre più simili – e che porta anche ai senzatetto, sia in senso concreto che trasferito".
La citazione avrebbe potuto essere presentata da un rappresentante parlamentare Stefan Heggelund (H), che ha sollevato quanto segue in Aftenposten (4 ottobre): "Perché tutta la nuova architettura deve avere lo stesso aspetto?" Vengono recensiti nuovi condomini nelle città norvegesi: sono monotoni, grigi e tristi. Heggelund chiede più varietà ed elementi di stile tradizionale, e crede che dobbiamo ancora "osare parlare di brutto e bello".
L'architettura come opera d'arte "deve essere in grado di accogliere e trasmettere significato".
Il dibattito sulla scia della dichiarazione di Heggelund è proseguito su giornali, radio e TV – con chiarimenti costruttivi tra gli altri Erling Dokk Holm (Aftenposten 7 ottobre) e Camilla Dalen Moneta, capo della Norwegian Association of Architects (VG 16 ottobre).
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