(QUESTO ARTICOLO È TRADOTTO DA Google dal norvegese)
[dialogo online] Diversi blogger notano quanto sia positivo che ci siano "persone ragionevoli" dall'"altra parte" e descrivono una nuova tendenza. "Lirun", un attivo blogger israeliano di 30 anni che vive a Tel Aviv, dice a Ny Tid che i commenti sono cambiati nell'ultima settimana.
- Le persone vengono con notizie, fatti e punti di vista più per discutere, meno per bombardarsi a vicenda con la propaganda. Molti di noi bloggano con intenzioni pacifiche, dice Lirun, e fa riferimento a una discussione che ha avuto con un libanese dove hanno negoziato un accordo di pace.
Scrive, tra le altre cose, su www.emspace.blogspot.com e ha una grande fiducia nel blog:
- Ci sfidiamo a vicenda le notizie e rispecchiamo le reciproche storie tristi – insieme diventa una prospettiva molto più equilibrata, dice.
Raja Abu Hassan, un libanese che vive negli Stati Uniti, è un blogger attivo su Lebanesebloggers.blogspot.com. Dice a Ny Tid che il semplice fatto che israeliani e libanesi stiano parlando insieme è un risultato.
- Ci sono anche dialoghi tra iraniani e israeliani nel mio blog, dice.
- In questo momento ci sono dibattiti molto appassionati. I più vocali sono i più negativi e continuano a postare. Sfortunatamente, spaventano gli altri.
- Quale ruolo pensi possa avere il dialogo tra blogger oltre confine?
- Un ruolo minimo, ma almeno esiste. C'è molto cattivo sangue, ma per fortuna le persone parlano insieme, dice Hassan.
La prima Webtifada
[rete] Internet è diventata un'arma importante in tempo di guerra. Gli hacker marocchini che si autodefiniscono "Team Evil" hanno già distrutto quasi un migliaio di siti web israeliani e Israele si è vendicato. I marocchini simpatizzano con i palestinesi e chiamano la loro lotta “webtifada”.- Finché ucciderai i palestinesi, noi uccideremo i tuoi server, avrebbe affermato il gruppo.
Altri utenti della rete usano la parola "webtifada" in modo più pacifico e sperano che le proteste online possano porre fine alla miseria.
- Penso che la parola sia cult, scrive l'artista libanese Mazen Kerbaj in una e-mail a Ny Tid.
Dice che la guerra sta diventando sempre meno moderna in televisione, ma che Internet può offrire qualcos'altro, come le storie personali di persone reali.
- Per me la definizione di vera webtifada sarebbe quella di riunire un miliardo di persone su un sito web contemporaneamente. La cosa più importante ora è convincere la gente ad ascoltare e a vedere il Libano. Facciamo del nostro meglio, dice Kerbaj, che siede a Beirut e commenta la guerra con disegni che pubblica online ogni giorno.