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Annulla la crociata





(QUESTO ARTICOLO È TRADOTTO DA Google dal norvegese)

Il presidente americano George W. Bush non si è mostrato esattamente dal suo lato migliore dopo l'attacco terroristico contro gli Stati Uniti. Nelle sue stesse fila, la critica è stata che Bush non ha mostrato la necessaria sensibilità nei confronti delle vittime e dei loro sopravvissuti. Alcuni commentatori e giornali internazionali, tuttavia, hanno sottolineato la retorica alquanto rozza del presidente e le sue possibili conseguenze.

Dopotutto, diventa difficile credere a Bush quando insiste sul fatto che l'attacco terroristico è un attacco alla civiltà con la S maiuscola, quando risponde contemporaneamente con un primitivo gergo da cowboy preso dal selvaggio West. Ha mostrato l'altezza di una leadership poco saggia questa settimana quando ha annunciato che gli Stati Uniti ci andranno crociata contro i terroristi. Che il presidente qui abbia rivelato la sua mancanza di conoscenza della storia o che si sia trattato di un discorso intenzionale, poco importa. Il punto è che il presidente, che ora è stato designato dal mondo come il leader della lotta internazionale contro il terrorismo, nutre un'immagine nemica e un conflitto mondiale che le forze estreme hanno interesse a mantenere. Dopo la fine della Guerra Fredda, sono stati scritti grossi libri sul conflitto che sostituirà il capitalismo/comunismo; l'eterna lotta tra il bene e il male – ora sotto il nome di cristianesimo e islam. A causa di Bush – e delle forze rigide nel mondo musulmano – ora abbiamo assistito ad un inasprimento di un vecchio conflitto con concetti come crociata e guerra santa. I leader cristiani occidentali dichiararono una sanguinosa crociata contro i musulmani nel tentativo di riconquistare la Palestina tra l’XI e il XIII secolo. Nel mondo musulmano le crociate hanno lo stesso significato delle guerre di religione.

Se Bush vuole avere qualche speranza di coinvolgere i necessari paesi arabi nella lotta contro i colpevoli, dovrebbe porre freno al più presto possibile il linguaggio volgare. Bush corre il rischio di incitare al terrorismo anche i comuni musulmani che non hanno più nulla. L'immagine della celebrazione dei musulmani antiamericani dopo l'attacco terroristico contro gli Stati Uniti è capace di incitare ancora di più il patriottismo americano e occidentale. La guerra dell’immagine e del linguaggio può quindi preparare il terreno per una guerra moderna e di lunga durata con radici storiche. Né il mondo cristiano, né l’Islam, né la lotta al terrorismo ne sono serviti.



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