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Chiunque può fare notizia

Trasmissioni compromesse
MEDIA / I media mantengono le condizioni sociali e sociali o sono uno strumento di cambiamento?




(QUESTO ARTICOLO È TRADOTTO DA Google dal norvegese)

Alessandra Renzi ha esplorato il controverso potenziale dei media come strumento di cambiamento sociale. Lo fa da diverse prospettive con esempi tratti da eventi drammatici recenti, in cui i media hanno plasmato la società italiana. Con la metodologia di ricerca di Renzi, dove l'analisi teorica approfondita si intreccia con l'esperienza diretta, il libro diventa un importante contributo alla teoria dei media contemporanea.

Trasmissioni compromesse fornisce una panoramica – e una panoramica storica – dei media italiani dopo il 1968 e costituisce un quadro completo per comprendere l'immagine dei media, un buon punto di partenza per un approccio informato e responsabile su come il mondo andrà avanti dopo la pandemia di covid-19.

A pochi giorni dalla diagnosi del primo paziente covid-19 in Italia, si è verificato un altro tragico evento. IN Napoli un ragazzo di 16 anni è stato ucciso a colpi di arma da fuoco da un soldato di 23 anni in abiti civili. Il soldato era seduto in macchina quando il sedicenne è passato in motorino brandendo una pistola e ha cercato di rubargli l'orologio. Il soldato ha sparato tre colpi e il sedicenne è morto poco dopo per le ferite riportate.

Quando la famiglia del 16enne ha saputo della morte, i familiari e i vicini hanno perquisito il pronto soccorso, quindi i pazienti sono stati costretti a trasferirsi in altri reparti e ospedali. La famiglia ha sparato anche davanti alla questura. Le indagini dimostreranno se la pistola del 16enne era di plastica (dice la famiglia) o di metallo (dice la polizia), ma le prime immagini televisive provenienti dal malconcio pronto soccorso dimostrano che abbiamo perso la cognizione di come convivere. Cosa dovremmo pensare di una società in cui non tutti i residenti pensano che il pronto soccorso sia per tutti? Si tratta allora di una società?

Attivismo nei media

Vista in questa prospettiva, la premessa del libro è molto rilevante. I social media sono spesso definiti dalla loro capacità unica di connettere molti individui che condividono grandi quantità di informazioni nell’ambito della partecipazione al dibattito pubblico. In molti casi, i social media hanno reso possibile la realizzazione di grandi mobilitazioni e attivismo in tempi molto brevi. Ma facilitare la mobilitazione politica non equivale a rafforzare il senso di comunità, cosa che invece i media tradizionali – se utilizzati per scopi di attivismo – riescono a fare.

Cosa dovremmo pensare di una società in cui non tutti i residenti pensano che esista il pronto soccorso?
per tutti?

Renzi si occupa di una forma italiana speciale, la televisione di strada o le cosiddette microstazioni. Si tratta di piccole emittenti televisive che trasmettono su frequenze UHF non utilizzabili dai canali commerciali. Nel 2002 è stata costituita una rete nazionale di emittenti come Volante TV, SpegnilaTV, TeleAut, AntTV, OrfeoTv e così via, che è stata mantenuta fino al passaggio dell'Italia al digitale nel 2010. Alcune microstazioni sono sopravvissute alla transizione e l'interesse dei ricercatori è persistito attraverso la sua partecipazione al canale televisivo Insu tv di Napoli.

Le conclusioni dell'autore contraddicono la visione dei social media come strumento che consente una comunicazione più democratica rispetto alla radiodiffusione tradizionale. In diversi esempi, Renzi mostra come l’interazione con i media radiotelevisivi “attivisti” fosse incentrata sul processo di produzione collaborativa, che favoriva un senso di appartenenza e solidarietà.

Le connessioni interpersonali che si sono create durante il processo con la creazione di servizi mediatici tradizionali, è stato più cruciale per l’attivismo rispetto al fatto che le stazioni riferissero su proteste ed eventi.

Pronto soccorso danneggiato. Foto: Corriere Adriatico

Chiunque può fare notizia

Dopo la scomparsa delle antenne televisive, è diminuito il bisogno di lavorare con formati comuni e le persone sono state spinte in direzioni diverse con progetti paralleli: due che risaltano in particolare sono i documentari collaborativi Autentico clandestino (Il vero clandestino, 2011) e documentari dal vivo – brevi clip con un certo valore giornalistico che vengono ignorati dai media affermati (ad esempio Lampedusa prossima tappa, 2011). Questi progetti si sono sviluppati lì come parte di una nuova infrastruttura mediatica distribuzione è diventato importante.

Molte caratteristiche di questa nuova infrastruttura, come gli algoritmi, che mantengono gli utenti all’interno delle loro reti di amicizie e abitudini di consumo dei media, e le semplici soluzioni della nuova tecnologia, che consentono agli individui di creare funzionalità da soli, contribuiscono a quello che Renzi chiama “un nuovo panorama mediatico”. di piccole unità o di singoli attivisti”.

Quando un individuo può utilizzare uno smartphone o una fotocamera per produrre un video, pubblicarlo sul proprio canale YouTube e promuoverlo sui propri social network, i lunghi processi di produzione delle emittenti televisive diventano ridondanti.

Strutture sociali

Il libro consente una migliore comprensione dei media attivisti e mette sotto una nuova luce le peculiarità dell'infrastruttura mediatica. Telestrada- la rete è stata sviluppata in diretta opposizione alla rete televisiva di proprietà di Silvio Berlusconi, ma nasce dall'antagonismo contro le rigide strutture sociali di cui possiamo ringraziare il Partito Comunista Italiano e la Chiesa Cattolica.

L'autore fornisce anche una rara visione della teoria politica e dei media italiana, nonché della filosofia contemporanea: dall'"autonomia" e dall'epica opera del teorico italiano dei media Franco 'Bifo' Berardi, uno dei fondatori del Collettivo A/Traverso, il precursore di Radio Alice, alle femministe autonome quali Mariarosa Dalla Costa, Leopoldina Fortunati e Silvia Federici, con la loro concettualizzazione della cura riproduttiva e del lavoro efficiente come parte integrante della riproduzione del capitalismo, e anche della comunicazione e del linguaggio come elementi importanti della riproduzione sociale.

Melita Zajc
Melita Zajc
Zajc è uno scienziato dei media, ricercatore e critico cinematografico. Vive e lavora in Slovenia, Italia e Africa.

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